domenica 6 gennaio 2013

Macinare km on the M6

Il primo giorno di lavoro è stato deciso per il 7 gennaio. E questo è un dato di fatto. Io però al momento vivo a Londra, e questo è un altro dato di fatto. Nessun problema, venerdì 4 scelgo una valigia a caso salgo su una corriera e parto in direzione Liverpool, mi sono detta, e pazienza per gli altri bagagli! Poi però accade l'inimmaginabile, un'amica fantastica mi propone di noleggiare una macchina e di anticipare la partenza al 3: detto fatto ci ritroviamo alle 2.30pm a Victoria Station pronte per ritirare la nostra vettura.
Dunque, i compiti sono stati assegnati: a lei il ruolo di pilota e a me quello di copilota, perciò apertura di portiere -con scatto di 10 foto ricordo per immortalare il momento- e via che si va! Il fatto che l'ufficio dell'autonoleggio si trovi al limite della zona Congestion Charge non facilita di certo, e tra mappe scaricate da internet, elenco di vie da evitare scritte a matita, segnali da tenere d'occhio e l'irritante voce del navigatore che ci suggerisce di svoltare ogni due secondi, la confusione cresce a mille, ma non per questo ci arrendiamo; gira di qua, gira di là, in breve tempo ci ritroviamo sotto casa mia pronte per caricare l'ammasso di roba che mi appartiene.

                   Teoricamente le amiche fantastiche pronte ad accompagnarmi in questa pazza scampagnata dovevano essere due, ma causa lavoro una ha dovuto dare forfait e... mai un simile abbandono mi fu più gradito! Eh già, lo spazio non sarebbe mai stato a sufficienza, a meno che una di noi si sacrificasse viaggiando sul tettuccio, e nonostante il clima favorevole della giornata non mi sembrava proprio il caso, ma sono sicura che pigiando un po' ovunque saremmo sicuramente riuscite a comprimere gli spazi per far accomodare una terza persona.
Sigaretta fumata, vescica svuotata, marcia inserita, ci immergiamo nel traffico dell'ora di punta, ed ecco che la gioia ci assale nuovamente -si lo so pare che abbiamo passato la maggior parte del tempo a gioire- quando la strada che il navigatore ci suggerisce di percorrere include l'attraversamento del Tower Bridge! OMG! Anche qui classiche foto di rito pre/durante/post ponte e dopo un paio di rotonde particolarmente toste ecco l'M1 all'orizzonte. Non vi annoierò con tutti i dettagli km per km -pardon, mi per mi!- vi basti sapere che per un'oretta ce la siamo cavata più che egregiamente. 
Guida che ti guida, il cartello Nuneaton fa capolino tra le varie segnaletiche, e la mia fedele compagna di viaggio mi informa che è dove abita il suo ex moroso; noi continuiamo a macinare distanze come se non ci fosse un domani, però questo cartello inizia a manifestarsi sempre più frequentemente, fino a quando non ci troviamo a sole 7 miglia di distanza. Che fare? Ovviamente una tappa a Nuneaton è d'obbligo! Ecco quindi che questo ignaro ragazzo viene contattato, e dopo averci detto che si trova dai nonni dirottiamo il nostro fedele mezzo per andargli incontro. 
Che accoglienza meravigliosa! Il classico cliché inglese con thé in tazza di ceramica e vistosa tappezzeria alle pareti che non riesco a non fissare, due chiacchiere sui bei tempi andati e sullo stranissimo accento di Liverpool e via che si riparte. Naturalmente non in sordina. No. Non sarebbe da noi. Dopo un centinaio di metri una macchina ci viene incontro, facendo una brusca frenata con conseguente sterzata, prendendosi pure dell'automobilista idiota dalle suddette ragazze, e poi di colpo la spiegazione: non essendoci anima viva l'istinto era stato quello di buttarsi sulla corsia di destra. Ops! Fortunatamente incidenti del genere non si sono più manifestati, e tra ciozzi, risate, telefonate, messaggi e mail -non ci siamo fatte mancare nulla- in lontananza scorgiamo le luci della città che ha visto nascere i Fab Four. E urliamo di gioia, tanto per cambiare!

martedì 3 aprile 2012

10 regole per disITALIANIZZARSI

Volete sopravvivere a Londra? Volete evitare di passare per i soliti italiani maleducati? Bene allora questo è sicuramente il post che fa per voi.
  1. Partiamo dai mezzi pubblici, ossia tube e bus. So che nella nostra madrepatria c'è questa strana tendenza a fiondarsi dentro non appena le porte si aprono, ma vi garantisco che nel resto del mondo non è così: si ASPETTA diligentemente che la gente esca, si dà la precedenza a persone anziane o diversamente abili, si aiuta la mamma di turno col passeggino, e solamente POI si sale e si prende posto.
  2. Ingresso in un negozio: il saluto è d'OBBLIGO, quasi quanto andare a messa con il vestito buono. E badate bene, un timido sorriso non sarà sufficiente per evitarvi di essere bollati come miserabili esseri privi di educazione.
  3. TASSATIVAMENTE vietato urlare in pubblico, costringendo l'ignaro vicino a sorbirsi tutti i vostri discorsi.
  4. La precedente regola è da tenere in considerazione anche per le conversazioni telefoniche: nessuno ha la minima voglia di venire a conoscenza di quei 2 kg che avete miracolosamente perso, del bonazzo che non la smette di guardarvi o del vostro bambino che non vuol saperne di mangiare le verdure per cena.
  5. Lo sconto non esiste. Il prezzo che vedete esposto corrisponde esattamente al prezzo da pagare...ma guarda un po' che caso!
  6. Se ti vuoi spostare...devi pagare. Metro o bus che sia, tutti i londinesi PAGANO il biglietto. Mi è capitato più volte di assistere a conversazioni di italiani appena arrivati, che prima ancora di realizzare dove fossero, già stavano escogitando un modo per evitare di sganciare la pila! Eheh, vecchie volpi!
  7. Il tanto agognato cibo... poiché è risaputo che noi italiani non mangiamo per vivere ma viviamo per mangiare... 
  8. Non sbandierate ai quattro venti la presunta disorganizzazione viaria della città: Londra può infatti contare su una rete di trasporti super efficiente, oltre che su utilissime mappe dislocate ad ogni angolo. Se non riuscite ad orientarvi, sia mai che la colpa sia vostra? Probably yes...
  9. Per qualsiasi cosa, scusatevi. Se urtate uno sconosciuto, se passate col rosso, se vi confondete nel momento di tirare fuori i cash dal portafoglio... biascicate un "sorry" e finitela lì, non polemizzate a ruota libera: un'intera città vi aspetta, perché perdere tempo con liti inutili e fuori luogo?
  10. Avete bisogno di un'indicazione, volete fare shopping, state ordinando da McDonald's? Bene, provate a spiaccicare due parole di inglese. E se non ci riuscite, amen, le persone faranno cmq del loro meglio per venirvi incontro. Ma vi prego, non lamentatevi, pensate invece ai poveri turisti che si riversano sul territorio italiano ogni anno, e agli innumerevoli dialetti con cui devono fare i conti!

martedì 20 marzo 2012

colloquio tremarella


Lavoricchia di qua, lavoricchia di là... le occasioni qui a Londra di certo non mancano. Però è anche vero che si tratta di lavoretti in pub e ristoranti, quindi niente di sbalorditivo. E se provassi ad inviare un paio di curriculum ad aziende di pubbliche relazioni? Mhm no dai... anche se... tutto sommato... che avrei da perderci? Esatto. Proprio nulla. Invia che ti invia, mi chiamano in due. La prima telefonata non si può sicuramente definire un successone, tempo 10 minuti e mi viene chiaramente detto che dopotutto non sono la candidata adatta. Vi do giusto un assaggio della ridicola scena di cui sono stata protagonista: il telefono squilla, vedo un numero che non conosco e a metà strada tra l'eccitata e l'intimorita rispondo. Il mio interlocutore si assicura di stare parlando con la persona giusta, poi però ecco che la lingua cambia a casaccio, passando dal francese all'inglese. Si certo come se non fosse già abbastanza difficile!
La seconda invece già me la cavo meglio: domande su domande a cui rispondo più che egregiamente, e per concludere questa specie di colloquio mi dicono che mi faranno sapere; purtroppo nulla di fatto, la canonica frase di chiusura è per l'appunto una canonica frase di chiusura su cui meglio non fare troppo affidamento... mettiamola così: si vede che qualcuno avrà intercettato la chiamata visto che il mio cellulare non ha squillato manco per errore!
Il giovedì successivo ecco che finalmente giunge la svolta: una signora dai modi molto gentili mi chiama, parliamo in inglese per circa 5 minuti e mi dà appuntamento per il giorno successivo. L'iniziale euforia di colpo svanisce e il panico si impossessa di me: un colloquio in inglese in un'agenzia di pubbliche relazioni! OH MY GOD! Dire che sono terrorizzata non rende abbastanza. Visto che sicuramente non la stupirò con le mie eccezionali doti comunicative in lingua anglosassone, decido di puntare tutto sul look e sulla mia personalità travolgente, perciò vai di guardaroba -piccola postilla: da quando vivo qui tutti i miei effetti personali hanno assunto uno strano grigiore modello tappeto di polvere- e sorrisone abbagliante! Ultimati i preparativi mi reco alla tanto ambita sede -arrivando con ben mezzora di anticipo- chiedo della gentile signora, mi accompagnano e voilà, diamo inizio alle danze! I primi 3 minuti non lo nego, non ho capito ASSOLUTAMENTE NULLA, ma poi un po' alla volta ho iniziato a sciogliermi e a dialogare in maniera più umana, non limitandomi ad annuire ad ogni frase. Il tempo scorre in fretta per fortuna, ci congediamo e una simpatica signorina viene fatta chiamare per scortarmi all'uscita.
Le gambe finalmente avevano cessato di tremare, ma il bello doveva ancora venire! L'interminabile attesa della chiamata è a dir poco interminabile, visto che dovevano farsi sentire lunedì ma di loro non c'è traccia, ma ecco che proprio quando avevo accantonato le speranze... un trillo del telefono mi fa trasalire, vedo il nome sul display, mi do un minimo di contegno e... il resto ve lo lascio immaginare: ebbene sì, da domani c'è una nuova PR in città!

giovedì 8 marzo 2012

keep left



La vita londinese procede nei migliore dei modi, e proprio per questo motivo urge cimentarsi sempre in qualcosa di nuovo. La guida A SINISTRA per esempio. Visto che non è nelle mie intenzioni noleggiare un'auto -va bene la voglia di novità, ma manteniamo la calma ragazzi!- opto per la bicicletta. Dovete sapere che a Londra sono molto in voga le Barclays Cycles, ovvero bici a noleggio self-service che permettono di percorrere brevi tragitti nella zona centrale della città ad un costo davvero irrisorio. Il servizio è molto semplice ed è pensato non solo per i cittadini, ma anche per le migliaia di turisti che quotidianamente si riversano nella city: è sufficiente recarsi presso un qualsiasi punto di aggancio, inserire la carta di credito e sganciare il proprio mezzo dalla rastrelliera. Ovviamente la prima esperienza non è stata così lineare, io e il mio amico abbiamo impiegato circa un'ora per poter finalmente essere in sella ai nostri rombanti veicoli, ma una volta capito il meccanismo in mezzo minuto si sbriga il tutto.
Inizialmente ci concediamo un bel giretto in mezzo al verde, bazzicando Kensigton Gardens e Hyde Park, poi però nonostante gli immensi spazi naturali che London può offrire è giunto il momento di immergersi nel traffico vero e proprio -casa mia purtroppo dista 1 km da Hyde Park Corner- e se di quella morte dobbiamo morire... di quella morte moriremo. Dopo i vari testamenti, lasciti e preghiere di rito inforchiamo le nostre Boris Bikes e via, ci ritroviamo sull'asfalto circondati da auto, cab, bus, pedoni... davvero troppa roba! Per chi non lo sa qui le bici possono usufruire delle corsie destinate ai mezzi pubblici, il che può sembrare un bene -e sicuramente sarà così, non ne dubito- ma che fare quando il bus davanti a voi si ferma per raccattare su dei passeggeri alla fermata? Vi fermate dietro di lui da bravi ignoranti fifoni o lo superate? Eh? Io naturalmente mi ci sono accodata zitta zitta, preoccupata per il grande incrocio che di lì a poco avrei dovuto affrontare: dalla corsia di sinistra passare a quella di destra per svoltare. 'Na parola! Tutto sommato però non è andata malaccio, con io che facevo da apripista e il mio amico dietro che mi urlava ogni volta che un autobus mi stava per sorpassare... ma vabbè, dettagli...
I giorni successivi sono stati di gran lunga più proficui , anche se talvolta mi accorgo troppo tardi di non essermi infilata nella giusta corsia e così mi tocca fare qualche piccola deviazione, ma doesn't matter, roba di poco conto! Un'esperienza da fare assolutamente cmq, e già so chi saranno le prossime vittime una volta sbarcate in terra londinese... Fre&Marco: just keep left!

mercoledì 29 febbraio 2012

stramberie londinesi

Questo post era in cantiere già da un po', volevo solo collezionarne un numero sufficiente in modo tale che tutti i lettori si rendessero conto delle stranezze che si possono incontrare nella capitale -o in qualsiasi altra città degna di questo nome- a qualsiasi ora del giorno. Che le danze abbiano inizio!
  • La più strana in assoluto risale al sabato pomeriggio scorso: stavo tornando al flat by walking e mi ritrovo ad attaversare Paddington, zona abbastanza turistica molto vivina a Bayswater, piena di negozietti di souvenirs, ristorantini e fast food. Sono bella tranquilla sul mio marciapiede, alla cui destra ci sono 5/6 vasi alti non più di mezzo metro che fungono da separé per i tavolini all'aperto del ristorante ivi situato. Sono le 4.30pm, c'è il sole, la gente invade le strade con il suo chiacchiericcio, quando ad un certo punto mi accorgo che una testa femminile sbuca dalle fioriere. Una testa di una donna sulla 40ina, apparentemente normale. Ma tanto normale non è visto che le piante raggiungevano a stento il mezzo metro, e che per far spuntare solamente la faccia bisognava accoccolarsi al suolo! Ci siete arrivati? Esatto, questa persona stava facendo pipì! Non so i motivi che l'hanno spinta ad una tale stramberia visto che i locali non mancavano di certo, cmq vi posso assicurare che ad una scena così non avevo mai partecipato!
  • Questa in realtà mi è stata raccontata da un mio amico, ma pur non essendone stata diretta testimone vi assicuro che è vera. Fermata dell'autobus di una piccola e residenziale stradina, sempre le fatidiche 4pm -da qui in avanti ribattezzata "l'ora dei matti"- e sempre il bel sole che splende ed illumina i visi dei londinesi. Il bus sta per arrivare, tutti con la facciotta rivolta verso destra, quando ecco che un tizio sfreccia davanti alla pensilina correndo come un matto, rincorso da 4 persone che urlavano il suo nome. Mahhh!!
  • Il più divertente di tutto però rimane l'episodio della biblioteca. Partendo dal presupposto che qui in UK il silenzio sanno cos'è, ero seduta ad una scrivania con il cervello in modalità superconcentrata in compagnia del mio fedelissimo pc, quando all'improvviso le mie orecchie recepiscono un estraneo rumore...provo a capirne la fonte, ma nulla, allungo maggiormente lo sguardo e finalmente capisco la sorgente di codesto casino! Un signore si era pesantemente assopito sulle poltroncine della fila successiva, russando a tutto spiano! Il bello è che un po' alla volta abbiamo iniziato tutti ad alzare lo sguardo incrociando i nostri occhi con i vicini di banco, ridendo sotto i baffi per la simpatica situazione ma sempre con molto garbo, come solo qui a Londra sanno fare.


domenica 19 febbraio 2012

Mary Poppins made-in-Italy


Vi ricordate il mio magnifico post sull'inatteso lavoro trovato? Beh dimenticate tutto, il mio nuovo impiego non si è rivelato l'affare dell'anno. Oddio, è pur vero che mi trovo in un paese straniero e gettando uno sguardo ai miei conterranei posso solo dire che l'ho trovato a tempo di record, quindi nessuna lamentela, ma la paga non era il massimo e per di più senza contratto... e poi diciamocelo, non sono venuta a Londra per fare la barista! Così una rapida occhiata agli annunci di lavoro, 2 chiacchiere con i miei flatmates et voilà, vengo a scoprire che le nannies che parlano francese sono molto richieste! Unico punto a mio sfavore è che quasi tutti richiedono delle referenze, e qui nella City non ne ho nessuna... ahi ahi that's a problem... ma aiutati che il ciel t'aiuta no? E come per miracolo il cielo mi aiuta facendomi chiamare da una famiglia italiana che necessita di una baby-sitter per una sola settimana, essendo la bimba malata e impossibilitata ad andare all'asilo.
Il lavoretto è facile, la bimba è tranquilla e i passatempi sono tanti: a volte guardiamo la tv e a volte leggiamo un libro, per poi passare ai puzzles e al must di tutte le bimbette di quell'età, ovvero la parrucchiera -alla mia povera testolina questo gioco piace un po' meno!- e le ore passano davvero in fretta. Io mi sono trovata davvero bene, e a quanto pare pure questa famiglia sembra aver apprezzato il mio impegno... infatti mi ha chiesto se sono disponibile per futuri momenti di baby-sitting! Ahaaa!! Perciò ecco che le refenze ora non sono più un problema, posso finalmente scrivere nel mio cv che ho avuto un'esperienza londinese come tata, e speriamo che i contatti non tardino ad arrivare. Il lavoro di nanny qui a Londra è ben pagato, perché solitamente non si tratta solamente di dare un'occhiata ai bambini, ma di intrattenerli con attività ricreative interessanti e stimolanti. Cmq staremo a vedere, la mia settimana lavorativa si è appena conclusa e le mie nuove ricerche sono solamente all'inizio, perciò si tratta di un percorso ancora in salita per il momento. Una salita faticosa, almeno all'inizio, ma la cui retribuzione minima è di 10£ nette all'ora, e direi che per una cifra del genere vale proprio la pena di affaticarsi!

lunedì 13 febbraio 2012

inquinamento acustico



Ora di pranzo: mi preparo qualcosa da sgranocchiare alla veloce mentre la mia coinquilina sorseggia ancora assonnata una tazzona di caffé fumante. Siamo sole nell'appartamento, c'è una quiete quasi fuori dal comune che porta a chiedersi se il flat è lo stesso di sempre, ma si sa, qui la tranquillità ha vita breve: youtube viene acceso, il volume delle casse alzate, et voilà, la compilation della mezza prende il via! Un paio di song spagnole si diffondono nell'aria, una Amy Lee poco convincente le segue a ruota, e poi ecco che finalmente i System Of A Down si impadroniscono delle nostre orecchie: Toxicity e Chop Suey! vengono interpretate da due pseudocantanti che si improvvisano tali, senza alcuna pretesa di emulare un gruppo musicale tra i miei preferiti ma semplicemente per un momento di puro divertimento.
Le canzoni scelte non sono certo tra le più semplici e le stonature si presentano con puntualità estremamente irregolare, ma doesn't matter, forse forse è perfino più divertente! 7 minuti di pura tortura per i mercanti della via sottostante -ebbene si la finestra era semiaperta!- e altrettanti di fun sfrenato per noi girls, che urliamo come due pazze a squarciagola tentando senza successo di rincorrere le parole troppo veloci di Chop Suey!, il cui ascolto pare non avere più alcun nesso con la struggente poesia originaria sul suicidio e sull'innocenza delle vittime, coinvolte nel terribile processo mentale che porta al gesto finale.
Grazie alle tante serate karaoke carpigiane con il secondo brano me la cavo invece molto meglio, facendo a dir poco un figurone con la intro melodica che accompagna l'apocalittico affresco dove i SOAD ci descrivono una natura scorticata dall'uomo, con cieli pervasi da fumi tossici, milioni di villette a schiera tutte uguali, file interminabili di camion che nella notte trasportano la legna da ardere e foreste estinte da rumorose ruspe. L'importante messaggio di questo gruppo musicale armeno è lineare e scontato, ma forse proprio per questo troppo spesso sottovalutato. Ora che possiede l'energia l'uomo crede di essere padrone del mondo, ma come si può pensare di dominare il caos e il disordine? Appunto, non si può. Così come non si può pensare di reprimere il canto di due ragazze desiderose di mettere alla prova il loro dubbio talento vocale.